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È cresciuto, inoltre, l'interesse per la combinazione sinergica di metodi derivati dalla psicoterapia occidentale con pratiche meditative derivate dalla cultura orientale, (Goleman, 2003; Kabat-Zinn, 2005. 2008) che sembra aprire la prospettiva di una interfaccia tra “psicologie” e, in una prospettiva più ampia, tra le diverse visioni del mondo (Davidson et al., 2003; Lazar et al., 2000; Hui et al., 2000; Sher, 2003).
La letteratura scientifica si è occupata prevalentemente del ruolo svolto dalle emozioni negative (rabbia, ansia, tristezza, dolore) nell’insorgenza della malattia o della reazione a questa (Sibilia et al., 1983; Sibilia et al., 1991; Barefoot et al., 2000; Richman et al., 2005; Carnethon et al., 2003) mentre, soltanto da tempi più recenti, ha rivolto l’attenzione all’importanza che le emozioni positive rivestono come fattore positivo per la salute ed il benessere, potenziando il sistema immunitario e motivando la persona a mettere in atto comportamenti sani. (Richman et al., 2005).
Dal concetto di vulnerabilità si è passati a quello di resilienza, dal vissuto di disperazione (helplessness) (Borgo, 2008b) alla visione ottimistica degli eventi ed al senso della speranza; ma anche la gioia, il piacere, l’interesse -inteso come curiosità mentale-, insieme all’amore, all’espressione di sé, all'arte (Di Dio, Gallese, 2009) contribuiscono a creare una condizione di benessere (Richman et al., 2005).
Tuttavia, gli studi sulle emozioni positive appaiono ancora piuttosto scarsi, in particolare quelli sul piacere dove, soprattutto la conoscenza del vissuto emozionale, appare più letteraria che scientifica. Eppure il piacere ha una funzione molto importante per l’organismo: è il motore di comportamenti vitali per l’individuo e la specie, dall’alimentazione alla sessualità. Si connota come una forte e positiva esperienza soggettiva con un effetto analogo a quello delle droghe più abusate (Malizia, Borgo, 2006; Malizia et al., 2003) coinvolgendo, da un punto di vista neurochimico, gli stessi mediatori: in primo luogo la dopamina e le endorfine, ma anche altri come il GABA e la serotonina.
Ma il piacere si limita alla esperienza soggettiva o produce effetti somatici durevoli?
Recenti studi sembrano indicare che gli oppiodi endogeni, come le endorfine, non hanno soltanto un effetto psicologico positivo ma anche un effetto protettivo (Esch et al., 2004).

Ad esempio la proenkefalina, un precursore delle enkefaline, secondo alcuni autori (Esch, Stefano 2004; Brogden et al., 2003) stimola i processi immunitari ed è essa stessa un antibatterico.
Possiamo allora affermare che sia una emozione del tutto positiva?
Oppure, in termini evolutivi, è più opportuno postulare che tutte le emozioni abbiano un valore altamente adattivo ma talora producono effetti disfunzionali? (Ekman, 1992)
Ma per evidenziare le “disfunzioni” è necessario conoscere le espressioni funzionali. Quali sono quindi le caratteristiche della esperienza del piacere? E cosa avviene durante tale esperienza?
Nello studio che descriveremo, l’utilizzazione di tecniche autosservative ha permesso di raccogliere in maniera sistematica dati sugli aspetti soggettivi di questa esperienza emozionale nelle sue rappresentazioni sensoriali, cognitive e comportamentali, permettendo quindi di effettuare analisi non solo qualitative ma anche quantitative.
Particolarmente suggestiva ci è apparsa, infine, l’affinità tra le caratteristiche che compongono l’esperienza soggettiva del piacere e ciò che si percepisce durante alcune pratiche meditative definite estatiche.
Come abbiamo già detto, mentre ha senso parlare di emozioni positive o negative da un punto di vista degli effetti soggettivi, tale distinzione non ha nessun fondamento in termini evolutivi. Secondo la prospettiva di Ekman (1992) adottata in questo studio, le emozioni hanno tutte una funzione potenzialmente adattativa, anche se in talune condizioni possono rivelarsi disfunzionali. Interessante osservare che tale prospettiva supera l’antitesi tra positivo e negativo tipica della nostra cultura occidentale.
Riassumiamo brevemente il metodo della ricerca (per maggiori dettagli: Borgo, 2002, 2004, 2008a) e alcuni studi effettuati sui materiali raccolti (Conforti et al., 1996; Borgo, 2003, 2006).
Da molti anni, a scopo di ricerca viene utilizzata una analisi standardizzata di 8 aree emozionali, che corrispondono alle emozioni di base (Borgo, 1994, 2011a). La Tab. 1 riassume le modalità.

Tab. 1 Analisi Standardizzata

Aree Emozionali:

Ansia – Paura Dolore - Sofferenza

Rabbia Gioia

Tristezza Piacere

Rifiuto - Disgusto Interesse

Dall’esterno (osservazione)

Interviste video o audioregistrate

 

Dall’interno(autosservazione)

Schede autosservative contestuali

Auto-intervista (soltanto interesse)

Il materiale utilizzato che descriveremo deriva dalle schede autosservative contestuali, di cui riportiamo il faxsimile (Tab. 2).

Tab. 2 Scheda autosservativa 

  comportamento  sensazioni  dialogo interno  immagini 
prima        
durante         
dopo        

Riassumiamo nella Tab. 3 i materiali raccolti (protocolli autosservativi).

Tab. 3 Sinossi dei materiali raccolti

165 Soggetti addestrati

7 Condizioni emozionali (ansia-paura, rabbia, tristezza, gioia, rifiuto-disgusto, dolore-sofferenza, piacere)

1004 Resoconti scritti (autosservazioni contestuali)

811 Immagini

240 Resoconti completi (dialogo interno, immagini, sensazioni, comportamento

 

In accordo con la teoria di Ekman, la distribuzione delle 4 variabili (situazioni, sensazioni, immagini, comportamenti) è altamente significativa (p<.00001). Ogni emozione ha antecedenti tipici nonché pattern neurofisiologici, immagini mentali e comportamenti caratteristici (Borgo, 2008a).

A livello di antecedenti, per il piacere (Borgo, 2010b) notiamo un legame esclusivo con la sensorialità, (Fig.1 cat. 14) attraverso tutti i canali: gli odori, i sapori e il cibo, i bei panorami, la musica, il rapporto sessuale, il massaggio, il sole, il bagno, il dondolio ed il relax… tutte situazioni che migliorano la qualità della vita e che sembrano contenere una situazione di intimità con sé stessi che si discosta dalla “socialità” contenuta nella gioia correlata invece a feste, incontri, regali, sorprese, vittorie e risultati raggiunti.

Fig. 1 – Distribuzione delle emozioni nella categoria di situazioni emozionali

Osservando la classificazione delle sensazioni somatiche (Fig. 2) troviamo che il piacere non ammette sensazioni negative, a parte alcuni aspetti di attivazione generica, cat.13 agitazione.
Sembra essere una condizione di completo benessere: interesse, allegria, leggerezza, sensazioni positive, pienezza, dolcezza (Cat.27-35). Include anche condizioni apparentemente antitetiche come eccitazione e rilassamento, ma il dato non è sorprendente visto che il piacere si lega a comportamenti che dal punto di vista etologico hanno una fase appetitiva e una consumatoria.

Fig. 2 – Distribuzione delle emozioni nelle categorie delle sensazioni somatiche

La parte più approfondita della nostra analisi, all’interno di questo articolo, è relativa all’aspetto cognitivo: al Dialogo Interno e alle Immagini mentali.
Rispetto alla rappresentazione iconica, i temi immaginativi (N. 1142) contenuti nelle autosservazioni sono stati raggruppati in 20 Set semantici.
Il Set semantico più tipico del Piacere è la Sensorialità (Cat. 18): limpidezza, luce, colore, musica, cibo, frescura, calore, rapporto sessuale, ma anche l’ Infinito (Cat. 1), forse quello che non può essere definito, al di là quindi delle parole. Potremmo dire l’ineffabile (Borgo, 2011b)
Troviamo inoltre la Pienezza (Cat. 20): luna piena; il Riposo (Cat. 19): vacanza, relax, letto; la Primav era/Nascita (Cat. 16): natura, fiori, oasi, giardino; il Dondolio (Cat. 17): mare, barca, dondolino, galleggiare, piscina, vasca; la Socialità (Cat. 15), rappresentata come rapporto duale: amato, sorriso, bacio, rapporto; le Attività (Cat. 14): ballare, giocare, inventare.

Fig. 3 – Set semantico del piacere: esempi di temi immaginativi all’interno dei set

Mentre per la rappresentazione iconica è stato possibile identificare un certo numero di categorie, l’elevatissima variabilità individuale in termini di lunghezza, contenuto e stile dei D.I. non ha permesso di utilizzare tale metodica.
Riportiamo 3 protocolli autosservativi piuttosto tipici per dare una idea di come venga vissuta l’esperienza del piacere (Tab 4a, 4b e 4c).

Tabella 4a – Protocollo di piacere I.

SITUAZIONE: Bagno caldo dopo una giornata di intenso lavoro

  comportamento  sensazioni  dialogo interno  immagini 
prima

 Sono in macchina e corro un po’ per arrivare a casa prima.

Mi sento stanca ma soddisfatta per tutto quello che ho fatto 

Adesso arrivo a casa e mi rilasso nella vasca. Basta pensare. Devo svuotare la testa e abbandonarmi. Già sento il profumo e il calore. 

L’estate. Il mare. Il sole 

durante   Prima cosa accendo lo stereo. Musica italiana per poter canticchiare. Poi riempio la vasca: acqua bollente e bagnoschiuma profumato. Accendo le candele e l’incenso, spengo la luce. Mi spoglio e mi immergo.  Benessere del fisico e della mente.   Il paradiso 
dopo  Mi avvolgo nell’accappatoio e mi sdraio sul letto.  Mi sento leggera e svuotata. Sto bene.  Che bello! Ci voleva proprio! Ma ora ti devi alzare, preparare qualcosa da mangiare, rivedere le cose per domani. Su… forza!!!  Scorrono davanti agli occhi i momenti belli della mia vita

Tabella 4b – Protocollo di piacere II.

SITUAZIONE: Bagno caldo dopo una giornata di intenso lavoro

  comportamento  sensazioni  dialogo interno  immagini 
prima

 

 

Sono proprio stanca. Mi sento sporca, ora mi sdraio nella vasca piena di acqua calda e mi rilasso.

 
durante     È così piacevole, ci starei per delle ore, senza pensare a nulla. Sento l’acqua calda sulla pelle e mi muovo piano per il piacere di sentirmi leggera, per sentire la leggerezza del contatto con il fondo duro della vasca e il contatto leggero dell’acqua sulla pelle.  
dopo   Sensazione di rilassamento, di leggerezza, tendenza all’ottimismo  

Astronauti, nella capsula spaziale, galleggiano in assenza di gravità.
Corro su un prato verde ed umido: sotto i piedi, ad ogni salto, sento il sostegno e la spinta elastica della terra; è un piacere misto: del movimento e del volare.

Tabella 4c – Protocollo di piacere III.

SITUAZIONE: Andare in spiaggia

  comportamento sensazioni  dialogo interno  immagini 
prima

 Mi metto il costume, prendo l’asciugamano e un libro… vado da sola verso la spiaggia.

 Energia, dinamicità, contentezza, benessere.

Non vedo l’ora di stendermi al sole, di passeggiare sulla spiaggia, di sfiorare l’acqua con i piedi!

 Un volo di gabbiani… il mare, il sole.
durante Stendo l’asciugamano sulla sabbia… a piccoli passi raggiungo la riva… guardo l’orizzonte… sorrido.

Benessere, piacevolezza. Sensazione di calore che pervade ogni mio organo e stato interno ed esterno. Ascolto il rumore del mare e sento una leggera brezza sfiorarmi tutto il corpo.

Che bello, finalmente! Non ci posso credere… che sensazione magnifica… quanto ho desiderato questo momento! Mi sembra tutto così perfetto e meraviglioso. Voglio assaporare ogni respiro di quest’aria e gustare ogni raggio di questa luce intensa, pulita e raggiante.

 Io al centro di una sfera calda ed accogliente.
dopo

Torno verso casa… ancora sorrido. Mi volto un attimo indietro e guardo la sabbia, poi il mare…

 

Mi sento riposata, appagata… pace per i miei sensi, quiete per le mie membra!

È sempre speciale tornare e guardare… ammirare tutto come se fosse la prima volta! A che serve aggiungere altro… parlano i miei sensi…

 

Colori caldi… profumi d’estate… io che ascolto il silenzio

Come si può notare le autosservazioni registrano immagini molto intense (es. paradiso!) mentre sono più povere di parole specie nella parte centrale dell’esperienza, dove si realizza una sorta di fusione tra la mente e il corpo (Borgo, 2011b).
L’attività di verbalizzazione interna nel piacere, quando presente, si esprime come un’amplificazione del momento di grazia che la persona sta vivendo.
Vi sono differenze tra le diverse emozioni rispetto alla percezione del tempo? (Borgo, 2007a e b)
Lo studio dei marker temporali (ora, adesso, dopo, ecc), all’interno di un’analisi quantitativa effettuata su D.I. rispetto alla percezione del tempo e in particolare alla proiezione temporale, ha evidenziato, in linea con altre ricerche, una contrapposizione tra l’emozione positiva della gioia, molto dinamica, rispetto a quella del piacere, caratterizzata da una maggiore staticità (Ambrosi et al., 2007b).
È stata inoltre valutata la frequenza dei tempi dei verbi (passato, presente, futuro, ipotetico). (Ambrosi et al., 2007a): quando parliamo con noi stessi, siamo nel qui e ora, ci proiettiamo nel futuro o siamo rivolti al passato?
Nell’Ansia siamo nel Futuro: “Cosa accadrà? Che succederà?”
Nel Dolore nel Passato: il D.I. è rivolto al passato, a ciò che si è perso…
Nella Rabbia nel Tempo Ipotetico: “quanto avrei voluto prenderlo a calci… mi sarebbe piaciuto dirgliene quattro…se avessi potuto dirgli quello che pensavo”.
Nel Piacere vi è una proiezione minore in tutti i tempi: il tempo è meno importante?
Passando all’ultima variabile, i comportamenti, le differenze più interessanti riguardano l’assunzione di cibo (Cat. 24) e l’assunzione di sostanze (Cat. 25) dove il piacere sembra avere un ruolo importante. Rileviamo che il 21% dei protocolli sul piacere riguardava il cibo!

Fig. 4 – Distribuzione delle emozioni nella categorie comportamentali


CONCLUSIONI

Questo studio descrittivo del piacere in rapporto alle altre emozioni mostra, a nostro parere, il valore positivo delle emozioni “positive” e la loro importanza nel mantenimento del benessere psicofisico a vari livelli di integrazione.
Nel piacere si evidenzia il connotato di “corporeità”, come pienezza di sensazioni con un livello di consapevolezza di tutte le sensazioni associate al corpo, come l’esposizione alla luce, al calore del sole, all’aria che si muove sulla pelle. I sensi sembrano sovrapporsi “contaminandosi” circolarmente e generando una esperienza sensoriale-percettiva di tipo sinestesico. L’abbandono alla sensorialità - dove esiste solo il “sentire”- indebolisce la parte razionale, come accade anche nelle esperienze mistiche o in quelle drogastiche che alterano la coscienza; il panorama, la musica non sembrano più esistere nel mondo ma “essere il mondo” o meglio ancora sembra che il mondo stesso non esista più! Prevale l’armonia in cui ci si sente in sintonia con tutto e con tutti con una condizione della mente di quiete, di vuoto e di unità. Sembra esserci un ritorno allo stato originario naturale in cui mente e corpo non sono in un rapporto di dualità ma di UNITÀ.
Emerge una esperienza che spesso non può essere descritta verbalmente e non ha bisogno dell’aggiunta di parole. Le parole, la logica, la razionalità lasciano il posto ad una forma di osservazione silenziosa e priva di giudizio. I pensieri, dove ci sono, non distraggono, non disturbano: il D.I. infatti appare essere descrittivo dell’esperienza che si sta vivendo, mai valutativo.
L’esperienza viene piuttosto rappresentata da immagini assolute, come ad esempio il paradiso, misura indiretta dell’elevatissima intensità emozionale. In questa condizione viene a perdere senso la distinzione tra mente e corpo, tra sé e mondo esterno, come accade negli stati estatici.
Si caratterizza come una dimensione della coscienza al di là di dello spazio e del tempo, anzi direi “senza tempo” provocata da un abbandono consapevole a cosa avviene attimo per attimo, nel momento presente. Non nel passato, non nel futuro, ma in una dimensione atemporale lasciando fluire liberamente la mente senza sforzo mentale.
La potenza di questa emozione, tuttavia, può anche generare comportamenti disfunzionali.
La presenza di comportamenti associati al piacere come l’assunzione di cibo e di sostanze psicoattive, nonché la ricerca di rapporti fisici e di esperienze gratificanti in generale -rafforzatori generalizzati alla base di molte abitudini piacevoli che danno colore e sapore alla vita- perdono il loro significato positivo quando divengono un obiettivo di per sé e possono talora creare notevoli problemi (Borgo, 2010b).
In particolare una insufficiente capacità di autoregolazione emozionale porterebbe, in caso di attivazione emozionale negativa, all’utilizzazione di questi rafforzatori –di fatto rimedi sicuri- allo scopo di compensare lo stato di malessere (Leknes, Tracey, 2008; Borgo, 2011b). Quando si configura una situazione di “bisogno”, “necessità di riempire vuoti”, attaccamento, dipendenza, ci si allontana dal “sentire”, “ci si riempie” per esempio di cibo, sigarette, di videogiochi, di acquisti. Entriamo allora nelle dipendenze comportamentali, nelle compulsioni dove… l’ “essere”, la “presenza”, la “sensazione” non esiste più, si entra nel “fare” qualcosa di cui non si ha più padronanza.
E, proprio la caratteristica di basso controllo cognitivo che accompagna il piacere, potrebbe spiegare la ridotta efficacia della psicoterapia in questi casi.
Osserviamo inoltre che la relativa facilità con la quale si attiva il piacere (abbiamo visto che basta molto poco: un bagno caldo e siamo…in paradiso!), può dare luogo ad una strategia di “fuga” dall’affrontare la vita soprattutto in caso di deficit di coping attivo.
Ma estendere il discorso agli interventi terapeutici richiederebbe uno spazio maggiore, per cui rimandiamo ad altre trattazioni che riguardano la formulazione del caso clinico (Borgo, 2010a) e le procedure terapeutiche (Marks et al., 2010).

 

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