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Nello yoga non c'è competizione: ognuno fa ciò che può, rispettando il proprio corpo, non esiste un primo ed un ultimo, ma tutti sono uguali, è per questo che si pratica in cerchio. Il cerchio dà anche l'opportunità di guardarsi negli occhi quando si comunica qualcosa al gruppo, nel momento del satsangha.
Come insegnante di classe ho l'opportunità di utilizzare lo yoga non solo una volta a settimana come ora di attività motoria in palestra, ma in ogni momento in cui c'è un calo d'attenzione come per esempio dopo un compito impegnativo, oppure quando c'è un'occasione particolare: un momento di tristezza, un litigio, un lutto, una separazione ed i bambini non sono esenti da tali problematiche familiari. In queste occasioni basta parlare un po' con loro, fargli fare qualche movimento con la testa, con gli occhi, con le spalle o le braccia, anche stando seduti, una breve respirazione addominale o bramari pranayama, oppure un piccolo rilassamento, perchè cambi l'atmosfera e dopo si può riprendere con maggiore impegno la lezione.
Ricordo che all'inizio della mia carriera c'era un po' di difficoltà quando i genitori sentivano parlare di yoga, per cui ho iniziato introducendolo semplicemente come attività motoria; poi, dopo l'approvazione dei genitori, la sua diffusione nella società e l'approvazione da parte del ministero di un protocollo per l'insegnamento dello yoga nelle scuole, è diventato più semplice il suo utilizzo. Adesso la maggior parte dei genitori mostra entusiasmo nei confronti di questa pratica, purtroppo, per i tagli economici, spesso non vengono attivati i corsi, ma si può dire che le coscienze sono pronte...
Così sto raccogliendo del materiale didattico che ho creato con i bambini perchè spero che altri insegnanti possano sentire lo stesso desiderio d'inserire tra le loro attività la lezione di yoga...
Ovviamente i bambini di prima elementare e quelli di quinta hanno un'età evolutiva molto diversa, ad un bambino di undici anni si può parlare di chakra (dopo un percorso yogico di cinque anni), ma non ad uno di sei, per cui ad ogni classe bisogna far sperimentare pratiche a loro adatte.
Nella prima classe è importante far entrare il bambino in contatto con il proprio corpo e con il proprio respiro utilizzando dei giochi.
Per far comprendere al bambino la respirazione addominale da seduti o da sdraiati gli si fa porre le mani sulla pancia, con gli occhi chiusi devono immaginare che la loro pancia è un palloncino che si gonfia inspirando e si sgonfia espirando.
In seguito insegniamo ai bambini a costruire una barchetta con la carta, la facciamo colorare liberamente e in palestra da distesi la poggiano sulla propria pancia, inspirando ed espirando fanno salire e scendere la barchetta come se fosse su un'onda.
Per stimolare il respiro, i bambini fanno una pallina di carta la poggiano sul banco e, giocando in coppia, la spingono soffiando da uno all'altro senza farla cadere. Questo gioco li porta a controllare e stimolare il respiro e a coordinarsi con il compagno.
Molto divertente per i bambini è l'utilizzo delle bolle di sapone con cui si possono fare vari giochi: soffiando molto lentamente, ma in maniera costante, devono cercare di fare bolle più grandi e il compagno di banco, soffiando verso l'alto, deve cercare di non farle cadere. Altro gioco per potenziare il respiro è gonfiare i classici palloncini colorati.
Per imparare a gestire il respiro ed eliminare completamente l'anidride carbonica, dopo aver dato ad ogni bambino una candelina accesa ed averla posta sul banco davanti a loro, si fa soffiare facendo muovere la fiamma più a lungo possibile, senza farla spegnere.
Per quanto riguarda le asanas iniziali, sono ovviamente quelle più semplici, ma anche quelle che rappresentano animali che possono osservare e imitare: gatto, cane, gabbiano, o che li affascinano particolarmente come: leone, tigre, cervo......
Quando i bambini sono stanchi delle lezioni curricolari l'utilizzo della colorazione dei mandala è sempre efficace per fargli recuperare una mente libera e spesso sono gli alunni a chiederne l'uso negli ultimi momenti della giornata.
I mandala sono figure solitamente circolari e simmetriche; la loro colorazione stimola calma, concentrazione e fantasia.
Questo lavoro, oltre a scaricare le tensioni degli alunni, permette all'insegnante, (che essendo alunni di prima ancora non conosce bene), di avere informazioni sul carattere e la personalità del bambino in base ai colori scelti e al modo di colorare.
I mandala colorati dai bambini vengono appesi alle pareti facendo acquistare all'aula un'armonia diversa perchè i loro colori trasmettono gioia.
Un passo successivo del percorso consiste nel far inventare ai bambini i propri mandala...
Come regalo ai genitori per le feste natalizie nelle prime raccolgo i mandala colorati in un calendario sia perchè gli alunni vanno fieri dei propri lavori, sia per far conoscere ai genitori il percorso dei loro figli.
Per quanto concerne il programma che si può svolgere negli anni successivi, con l'uso di asanas e pranayama si possono sviluppare: la fiaba, lo yoga a coppie, varie sequenze e il lavoro sui chakra.
Per la costruzione della fiaba, essendo programma di seconda, recupero con i bambini le posizioni già apprese durante la prima classe e insieme le utilizziamo per elaborare una storia. Avendo l'obiettivo di rappresentarla davanti ai genitori i bambini mettono il massimo impegno nelle molteplici esecuzioni della sequenza in cui vengono curate con la massima attenzione sia le posizioni che la respirazione.
Nelle terze si può utilizzare il gioco dell'angelo, ogni bambino pesca un biglietto con il nome di un compagno del quale diventa l'angelo. Durante la giornata annota sul biglietto tutte le osservazioni positive del suo custodito, al termine ogni alunno riceverà in maniera anonima il biglietto del suo angelo.
Questo gioco stimola il pensiero positivo nei bambini quando osservano, un comportamento positivo perchè sanno di essere osservati e aumenta l'autostima in chi è osservato in quanto il biglietto mette in risalto solo i propri aspetti positivi; inoltre rinforza il rapporto tra compagni, incrementando la capacità di accettarsi l'un l'altro, anche in considerazione del fatto che le classi sono formate sempre più da bambini di diversa nazionalità, cultura e religione superando pregiudizi a volte appresi in famiglia e società. Anche quelli più aggressivi vengono compresi e accolti nel gruppo-classe. Tutto questo aiuta a provare la gioia dello yoga a coppie.
Questo tipo di yoga ha un particolare valore, perchè insegna praticamente e non solo teoricamente, l'importanza della condivisione e della collaborazione.
In quarta gli alunni conoscono molte asanas e diventa semplice per loro ricordare delle sequenze ripetute tante volte, così si può svolgere un lavoro mirato all'utilizzo di diverse sequenze in cui vengono considerate le asanas, le posizioni di compensazione, e una particolare attenzione all'utilizzo del respiro. Abbiamo così una sequenza per l'automassaggio, per le cervicali, una di esercizi per gli occhi, una usando vari scioglimenti e flessibilizzazioni, una sequenza di asanas da supini, una sequenza distesi lateralmente, una da proni, la sequenza dell'arciere (che stimola la concentrazione), il saluto al sole, la sequenza del volo del gabbiano, una sequenza di respirazione completa.
Notando che i bambini mangiavano poca frutta, ho messo in pratica un insegnamento del monaco buddhista Thich Nhat Hanh che nel testo “L'unica nostra arma è la pace” parla della “meditazione dell'arancia” nella quale invita a mangiare un'arancia in modo consapevole, pensando a tutte le forze della natura che hanno contribuito a farne un “miracolo” . Così ho portato una arancia a testa, ho dettato il testo del monaco, le ho fatte osservare, sentire l'odore, la consistenza e li ho portati ad immaginare ad occhi chiusi l'albero nelle varie stagioni, la terra e la pioggia che lo nutrono permettendo ai fiori di nascere, il sole che lo scalda e fa crescere il frutto portandolo a maturazione. Continuando con l'immaginazione ai vari passaggi che dal contadino lo hanno portato al fruttivendolo e infine sul loro banco.
Dopo questa attenta riflessione l'hanno sbucciata vedendo in essa il sole che l'ha maturata, dopo averla divisa a metà hanno contato gli spicchi e solo allora hanno potuto mangiarla. Questo percorso li ha portati a considerare la frutta sotto un'altra luce e a non rifiutarla più con leggerezza.
Il giorno dopo dalle loro riflessioni e i loro disegni ho potuto constatare il cambiamento.
Infine in quinta ho attuato un riepilogo del lavoro svolto sugli elementi durante i cinque anni del percorso scolastico, ho ripreso le vocali collegate ai chakra come le avevano cantate in prima e la colorazione dei mandala dei chakra.
Analizzando un chakra al mese, asanas e pranayama vengono collegate ai bijamantra e alle parti del corpo.
Una esperienza molto interessante è stata al termine dell'ultimo anno, quando abbiamo invitato i bambini della scuola per l'infanzia ed ognuno degli alunni di quinta ha insegnato al più piccolo ciò che per lui era stato più coinvolgente durante il percorso yogico: è stato bellissimo vederli all'opera con tanto amore verso i loro piccoli allievi ed è stato interessante riscontrare che ognuno aveva fatto scelte diverse: chi insegnava il saluto al sole, chi il massaggio, chi il rilassamento, chi alcune asanas...
Il giorno dopo nelle loro relazioni ho potuto comprendere l'emozione e la gioia che aveva provocato in loro quest'esperienza e rileggere questi elaborati mi ha confermato la necessità della pratica dello yoga nella scuola primaria.