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Il problema più grande nella dipendenza è la prevenzione delle ricadute, tanto che viene definita anche come una "malattia cronica recidivante". Si preferisce, quindi, parlare di un cambiamento dello stile di vita riguardo al comportamento patologico, piuttosto che di guarigione. Nella ricaduta gioca un ruolo importante non solo la componente astinenziale ma anche una che ha a che fare con il “desiderio irrefrenabile" (“craving”) di assumere nuovamente la sostanza tossica o di ripetere il comportamento dannoso.

Gli studi di neurofisiologia e neuroimaging degli ultimi anni ci hanno mostrato non solo i correlati neurochimici e funzionali legati al craving, ma anche la possibilità di indurre modificazioni in senso positivo su questa compulsione da parte di trattamenti non farmacologici. Una metodica che propone originali ed efficaci modalità di intervento clinico è la Mindfulness.
Un protocollo specifico che ha restituito prove di efficacia è l’MBRP (Bowen, Chawla & Marlatt, 2010) sviluppato nel Centro di Ricerca Addictive Behaviour dell’Università di Washington. L’MBRP è concepito come un programma di integrazione delle prassi scientificamente fondate sulla Mindfulness con i principi della terapia cognitivo-comportamentale e psico-educazionale applicati alle dipendenze. Il principio su cui si basa il trattamento è semplice: la dipendenza viene considerata un comportamento automatico, nel senso che la persona tende a seguire l’impulso “automaticamente” (ovvero in modo inconsapevole). La pratica della Mindfulness ha lo scopo di introdurre uno spazio di consapevolezza, ovvero di scelta, tra l’impulso e l’azione con il risultato che la persona diventa sempre più abile nel riconoscere l’impulso in sé, ad accettarlo come tale, e dunque a rinunciare all’azione conseguente.
L’esperienza e i riscontri raccolti finora indicano che il programma MBRP è più adatto a individui che si sono già sottoposti ad un trattamento iniziale e desiderano prolungarne i benefici e sviluppare uno stile di vita orientato al pieno recupero e al benessere psico-fisico.
Gli obiettivi principali dell’MBRP sono:
  1. Sviluppare consapevolezza dei propri trigger (stimoli alla ricaduta), degli schemi cognitivi distruttivi e delle reazioni abituali, e apprendere modalità per inserire uno spazio di scelta in questi processi apparentemente automatici.
  2. Modificare il proprio rapporto con il disagio e la sofferenza, imparando a riconoscere le esperienze emotivamente e fisicamente “difficili” e a rispondere con modalità costruttive.
  3. Promuovere un atteggiamento non giudicante e compassionevole verso noi stessi e le nostre esperienze.
  4. Costruire uno stile di vita che favorisca la pratica di mindfulness ed un completo recupero.

Il lavoro con la Mindfulness è volto, quindi, ad aumentare la possibilità dell’individuo di rispondere agli impulsi attraverso comportamenti “utili” e adeguati e a non reagire con modalità dannose per la salute e per il benessere psicologico.
Il protocollo prevede incontri settimanali della durata di 2 ore, per un numero massimo di 15 utenti per gruppo, a cui seguiranno incontri quindicinali di ripresa e consolidamento del percorso.